Mi viene spesso chiesto, durante le mie consulenze, quanto lunghi devono essere i testi dei post sui social. La maggior parte pensa che “corto è meglio”, e allora mostro loro testi lunghi che hanno avuto molto successo (tipo questo).
E quindi? Quindi mi dispiace, ma la risposta è sempre quella che piace poco: dipende!
Oddio, ci sarà sicuramente una regola che favorisce o meno l’algoritmo, girando in rete trovate svariati articoli con numeri vari di lunghezza massima dei caratteri. Certo, in un post non ti conviene scrivere un romanzo diviso a capitoli. Quindi i limiti ci sono, ma sono anche facilmente intuibili. Un po’ come nella vita insomma.
Ora vi dico però cosa mi dà tremendamente fastidio: le caption con soli #. Se hai dello spazio a disposizione per parlarmi, a me che sono il tuo pubblico, a me che ti sto dedicando del tempo… Santiddio, dammi qualcosa in più di due hashtag o 4 parole. Certo, le immagini parlano da sole a volte, ma instagram è fatto di due linguaggi, immagini e testo, usiamoli entrambi!
Comunque, quello che mi preme dirvi è che il patema sulla lunghezza dei post è in realtà un falso problema. La vera azione da fare è (cominciare o) tornare allo studio della propria identità, come per la maggior parte delle cose. Il viaggio è a ritroso, alle radici.
Mafe de Baggis, in preparazione ad un suo corso sul piano editoriale, fa lavorare anche sul sistema sensoriale del proprio brand. Chiede in pratica di pensare se siamo visivi (slide, cura dell’immagine coordinata, video), uditivi (riunioni, presentazioni, telefonate) o cinestesici (tutti azione e movimento).
In qualche modo questo ti aiuta a focalizzarti su qual è la modalità che ti appartiene di più e quali sono gli strumenti con cui riesci meglio a comunicare i tuoi messaggi. Ti piace scrivere? Sei brava con le parole? Riesci a costruire un testo scorrevole e che ti soddisfi? E allora vai, scrivi! Non ti preoccupare della lunghezza, le persone ti seguiranno se scriverai cose interessanti e piacevoli (e qui, su cosa voglia dire “interessante e piacevole” si potrebbe aprire un’altra enorme parentesi).
Chiaro, se sei un’illustratrice o una fotografa verrò catturata principalmente dalle tue immagini, ma se mi racconti qualcosa di te anche con le parole male non fa. Posso conoscerti, identificarmi con i tuoi valori, amarti ancora di più (o odiarti, certo). E magari decidermi a fare quel passo in più che mi porta all’acquisto.
Allora… lo facciamo un percorso insieme per trovare la tua identità? Nota importante: non sono una psicoterapeuta, mi riferisco all’identità del brand! Scrivimi, e fissiamo una call o direttamente un percorso per andare alla scoperta dei tuoi valori e della tua identità, le basi di qualsiasi brand, piccolo o grande che sia.
Commenti recenti